Servizio civile solidale: aprirsi agli altri e al futuro - Il Piccolo Principe – Cooperativa sociale ONLUS

Servizio civile solidale: aprirsi agli altri e al futuro

Il Servizio civile solidale è l’opportunità offerta ai ragazzi di 16 e 17 anni di fare un’esperienza di cittadinanza attiva e di impegno nel proprio territorio. Al Piccolo Principe i volontari affiancano nei compiti i ragazzi del Doposcuola (il SSEP), supportano gli educatori nelle attività ludico creative del Progetto Giovani, nelle attività e laboratori creativi del nostro Centro socio occupazionale per persone con disabilità e affiancano gli animatori nei centri estivi organizzati dalla Cooperativa.

Tutte queste attività non rappresentano solo una serie di compiti da svolgere, sono soprattutto uno strumento per scoprire qualcosa di più di te stesso, degli altri e del tuo futuro sentendoti parte di una famiglia. Ce lo raccontano bene Henri e Marta, i due ragazzi che da ottobre stanno svolgendo il loro Servizio civile solidale da noi.

Un’esperienza in cui mettersi in gioco

Henri frequenta l’istituto tecnico economico mentre Marta quello delle scienze sociali e sono arrivati al Servizio civile solidale attraverso canali diversi. “Stavo facendo uno stage in Comune” – spiega Henri “e lì sono venuto a conoscenza del bando del Servizio civile solidale. Io ho 17 anni ed essendo rivolto proprio ai ragazzi della mia età ho pensato che avevo un’unica possibilità di fare questa esperienza, così mi sono detto: facciamolo! E mi sono buttato. Piò o meno conoscevo l’ambiente del Piccolo Principe perché alle medie ho frequentato le attività del Progetto Giovani di Casarsa dove gli educatori sono quelli della Cooperativa, e volevo vedere un po’ come mi sarei approcciato al sociale, ambito diverso rispetto a quello in cui sto studiando. Così da ottobre sono qui e terminerò il mio servizio a luglio”.

A Marta invece la proposta è arrivata attraverso i canali del Progetto Giovani. “Anche io ho preso parte alle iniziative del Progetto Giovani” - dice Marta. “Elisa e Fabio, gli educatori, mi mandavano sempre dei messaggi whatsapp con tutte le attività che organizzavano. Una volta stavo aprendo la chat e ho visto il messaggio sul Servizio civile solidale. Mi sono chiesta, che cosa sarà? Mi sono incuriosita, ho letto la locandina e ho visto che era proprio per chi aveva la mia età . Era un anno che al di là della scuola e degli scout non avevo altri impegni, quindi ho deciso di buttarmi e provare. Così ho deciso di presentare la mia domanda di adesione ma non mi aspettavo che mi prendessero, cosa che invece è successa.”

Il Servizio civile solidale è sentirsi parte di una comunità, sentirsi in famiglia

Henri e Marta ci tengono particolarmente a sottolineare come nello svolgere il proprio servizio di volontariato si siano create delle relazioni profonde con le persone che stano accompagnando, cosa che non si aspettavano e che li sta arricchendo molto. “L’impatto è stato piacevole”- racconta Henri – “perché hai a che fare con altre persone. Mi sento arricchito perché grazie al Servizio civile solidale impari a conoscere le persone da un altro punto di vista che non è né quello scolastico né quello professionale, se stai facendo uno stage o un tirocinio, in particolar modo quando le aiuti o soprattutto ti chiedono loro aiuto. E’ una conoscenza più personale, un legame che è quasi una famiglia. E questo senso di familiarità contraddistingue un po’ tutto il percorso che sto facendo e tutti i servizi in cui sono coinvolto.”

“Anche io ho fatto la stessa esperienza di relazioni più profonde di quanto mi aspettassi all’inizio” – aggiunge Marta – “Ad esempio, è successo che una ragazza delle medie si è aperta tanto con me e sapere di essere stata punto di riferimento per una ragazza più piccola, mi ha lasciato tanto. Anche se non abbiamo tanti anni di differenza ti rendi conto che riesci a dare una mano agli altri. Ti senti parte di una famiglia.”

Aprirsi agli altri è aprirsi al futuro

Henri spiega che il Doposcuola (SSEP) è l’ambito in cui si è sentito più a suo agio. “Mi è piaciuto particolarmente prestare servizio in questo ambito per ragioni personali. Vorrei diventare un professore e l’aiutare nello studio è un primo passo in questa direzione. Anche la fascia di età e la situazione personale dei ragazzi mi hanno messo alla prova: questa esperienza mi ha fatto capire che cosa deve fare un professore quando entra in una classe, deve fare uno screening di tutte le persone e assumersi un ruolo più importante di essere solo un semplice professore che passa nozioni, deve essere qualcosa di più. E’ questo qualcosa di più che a me piace e stimola.”

Anche per Marta il Doposcuola ha rappresentato un servizio importante. “Due ragazze si sono molto attaccate a me in questi mesi, quando arrivano mi abbracciano e voglio continuare a fare volontariato qui anche dopo la fine del Servizio civile solidale. Questa esperienza mi ha confermato che l’ambito socio sanitario è quello dove voglio continuare a formarmi a lavorare in futuro.

Un’esperienza da consigliare

“Consiglierei questa esperienza ad altri ragazzi della mia età” – spiega Henri – “ perché si può fare solo ora a 16 e 17 anni. Puoi provarla per capire se il sociale è un ambito che fa per te, oppure cercare in questa esperienza qualcosa che vuoi approfondire come il volontariato. Ogni giorno impari qualcosa di nuovo, è inevitabile che ciò accada. I ragazzi come me danno spesso per scontato queste iniziative. E’ più conveniente farle invece che stare a casa e non fare nulla!” “Anche io lo consiglierei a tutti” - conclude Marta – “E’ una esperienza che ti lascia tanto e ti fa crescere sotto tanti punti di vista!”

Se anche tu sei incuriosito dal Servizio civile solidale, vuoi sapere qual è il progetto di quest’anno e provare a buttarti come Henri e Marta, clicca QUI. Hai tempo fino al 9 giugno per presentare la tua domanda

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