Siamo da sempre convinti che la persona con disabilità non sia una persona malata ma un individuo che ha una malattia o è affetto da una o più patologie. La differenza sta sia nelle parole che nell’atteggiamento, quotidiano e consapevole e che si concretizza nel trattare la persona quale essere umano, con sentimenti, passioni, desideri e sogni, come chiunque altro e che come tutti è unico. Importante è riconoscere la sua unicità, ascoltarla attentamente, farla vivere insieme agli altri, responsabilizzarla e darle valore.
Per questo, ora, vogliamo raccontarti di Pierpaolo da un anno attivo nel nostro Centro Socio Occupazionale per disabili, una storia che sa di sensibilità, motivazione, passioni, forza delle relazioni e amore.
Pier Paolo, uno di noi
Pier Paolo è un ragazzo che ha avuto una vita in salita sin dalla nascita con frequenti e prolungate ospedalizzazioni. Nonostante tutto ha una forza d’animo invidiabile, una determinazione che lo porta a voler vivere appieno, ad esplorare, ad essere curioso. Non può leggere e scrivere, ma ha una grande memoria uditiva e visiva e una grande sensibilità, ed è da sempre appassionato di mitologia, di storia e di letteratura. Ha frequentato le scuole, dall’asilo al liceo, da cui è uscito con la votazione di 99 su 100, a riprova della sua voglia di sapere, di conosocenza, alla sua caparbietà e grazie al supporto di insegnanti e educatori capaci e competenti.
Come tutti ha sofferto durante i mesi di lockdown, di chiusura, privato delle quotidiane relazionicosì significative ed importanti per lui, ma da maggio 2021 ha trovato la sua dimensione presso il Cso Il Piccolo Principe.
La mamma di Pierpaolo ci racconta della contentezza di suo figlio, sostenuta e nutrita da un gruppo di educatori che opera con competenza, attenzione, cura, passione e cuore.
Infatti, come ci insegna il Piccolo Principe “Non si vede bene che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi”.
Pierpaolo, come tutti noi, ha bisogno di essere ascoltato e compreso, di qualcuno che infonda calma e sicurezza. Ha bisogno di creatività, di fare, di dedicarsi a qualcosa di significativo. Sono aspirazioni che abbiamo tutti e che a volte trovano soddisfazione in alcuni luoghi, grazie al supporto delle persone giuste.
“Il segreto è riconoscere che mio figlio non è malato, ha una malattia. Già nelle parole c’è un grande spartiacque. Infatti, se considero mio figlio malato, lo tratto da malato e così non faccio il suo bene. Mio figlio è tanto altro oltre alla malattia, oltre alla disabilità. E’ un ragazzo con aspirazioni, desideri e sogni che ha bisogno di avere qualcuno al su fianco che lo supporti e lo protegga”.
I laboratori de il Piccolo Principe diventano così uno spazio, di relazione, di creazione, di scoperta e di gratificazione. A ciò si aggiunge che Pier Paolo ama il Natale. Nei mesi che precedono il 25 dicembre Pierpaolo si sente, così, un folletto di Babbo Natale mentre prepara gli oggetti che saranno in vendita nella Bottega della solidarietà, un modo in più per fare del quotidiano un momento di magia che accende l’entusiasmo e la gioia.
“Il Piccolo Principe dà alla nostra famiglia conforto, stabilità, prospettiva e quando chiediamo a Pier Paolo quale sia il suo posto lui risponde “Il mio posto è il Piccolo Principe di Casarsa!”.
Le attività qui sono ogni giorno diverse e con educatori che si alternano nell’arco della giornata: questa organizzazione curata e attenta favorisce le relazioni, stimoli, arricchimento, conoscenza di punti di forza e sviluppo di abilità. Queste attività quotidiane hanno proprio la funzione di far emergere le qualità di ciascun ospite per renderlo più autonomo possibile. Si parte da azioni semplici come l’igiene personale, la cura degli spazi, fino ad arrivare ai laboratori di ceramica, dove ognuno dà il proprio contributo in base alle proprie capacità. Tutto ciò fa bene a Pier Paolo così come ad ogni utente e soprattutto fa sentire ciascuno parte di un gruppo che opera all’unisono.
“Quando scopri di aspettare un bambino ti auguri il meglio per tuo figlio, ti auguri sopra ogni cosa la salute. Quando vieni, però, a sapere che il tuo bambino non sta bene tutto cambia, il suo futuro non è come lo sognavi e allora ti prodighi al massimo con amore, intelligenza, cura straordinari affinché lui possa stare bene, dare il meglio di sè ed avere soddisfazione in ciò ch fa. Pier Paolo ora ha trovato il suo posto, il suo ruolo proprio a Il Piccolo Principe ed è ogni giorno felice di andarci e al rientro a casa di raccontarmi le esperienze della giornata.”
Questi percorsi, questi spazi, sono possibili perché c’è la consapevolezza di fondo di guardare alla persona con disabilità come ad un individuo, che ha il proprio ruolo nel mondo, che coltiva passioni, che vuole migliorarsi e con le uscite settimanali alla scoperta del territorio gratifica in Pier Paolo l’amore per i viaggi. Qui non ci si annoia mai.
Pierpaolo usufruisce con noi anche del contributo FAP (Fondo Autonomia Possibile) che permette di sviluppare progetti di autonomia e una vita di relazione in percorsi individualizzati con un educatore al proprio fianco. Questi momenti sono molto importanti per Pier Paolo, li aspetta con grande interesse e gioia e quando capita di passare vicino ad una libreria non perde l’occasione per acquistare un nuovo libro di mitologia, una delle sue passioni
Questa è una delle tante storie che viviamo ogni giorno, l’esempio concreto di come a volte serva davvero poco per dare serenità a una famiglia che deve affrontare la disabilità di un figlio. Serve poco anche se quel poco è fatto di amore, di accoglienza, di ascolto e di competenza…forse non è così poco!